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Salazar et son oeuvre

Référence : 113588
5 avis
Date de parution : 25 juin 2020
Collection : LES MAITRES DE LA CONTREREVOLUTION
EAN 13 : 9782851902696
Nb de pages : 52
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Description
Les trois présents textes sont extraits d'un ouvrage paru en 1956 à Lisbonne sous la responsabilité du SNI (Secrétariat National à l'Information). Le SNI a choisi quelques témoignages européens sur la figure et l'œuvre de Salazar. Les grandes personnalités ont besoin de recul dans l'espace et dans le temps pour être appréciées à leur juste valeur.  

Mais le temps permet déjà de se former un jugement serein sur une œuvre qui s'étend maintenant sur trente années. Et il ne saurait être sans intérêt de connaître ce que l'on pense, sous les autres latitudes et longitudes, de la figure du grand homme d'État portugais.  

Il n'a été choisi que quelques témoignages dont on a pensé qu'ils venaient d'esprits indépendants et qu'ils reflétaient des opinions dépourvues de passion. Pour cette présente édition, nous n'avons retenu que les textes français.
TitreSalazar et son oeuvre
Auteur DE CORTE (Marcel) , GAXOTTE (Pierre) , THIBON (Gusta
ÉditeurCHIRE (EDITIONS DE)
Date de parution25 juin 2020
Nb de pages52
CollectionLES MAITRES DE LA CONTREREVOLUTION
EAN 139782851902696
PrésentationBroché
Épaisseur (en mm)1
Largeur (en mm)15
Hauteur (en mm)21
Poids (en Kg)0.03
Biographie
Critique du libraire
Table des matières : 1 - L'œuvre et la personnalité de Salazar, par Marcel DE CORTE, PROFESSEUR DE L'UNIVERSITE DE LIEGE 2 - Réflexions en marge de la révolution nationale Portugaise, par Pierre GAXOTTE, DE L'ACADEMIE FRANCAISE 3 - Salazar le Sage, par Gustave THIBON, ECRIVAIN
Les avis clients
Salazar and His Work : in english
5/5 Arouca Press
traduc in english : <p align="right">Arouca press <a href= http://aroucapress.com/salazar-his-work/ target=_blank>http://aroucapress.com/salazar-his-work</a>
Mia recensione del libro di vostra edizione Salazar et son oeuvre
5/5 alleanzacattolica.org
Giovanni Cantoni nella presentazione del libro di Gonzague de Reynold “La Casa Europa. Costruzione, unità, dramma e necessità”(D’Ettoris Editori 2015) scrive: “Così il politologo spagnolo (Juan Josè Linz in Fascismo, autoritarismo, totalitarismo. Connessioni e differenze) aiuta a intendere quella stagione del mondo cattolico europeo e non solo, quella autoritaria entre deux guerres, rappresentata a diverso titolo da Engelbert Dolfuss, Antonio de Oliveira Salazar, Francisco Franco Bahamonde, Jozef Tiso e Henri-Philippe Pétain. A tali esperienze, confuse con i fascismi e criminalizzate con il nazionalsocialismo, un’adeguata ricostruzione categoriale e storico-sociale dovrà un giorno rendere giustizia ed esprimere postuma gratitudine a chi, pur imprigionato nella disperante gabbia costituita dai poteri dello Stato nazionale e moderno, resa obbligata dalla vita politica nazionale ed internazionale nel secolo XX e come tale non amata, non ha disperato, anzi ha tentato più o meno consapevolmente di salvare – ed è talora più o meno felicemente riuscito a proteggere per qualche tempo e per qualche spazio – una qualità della vita politico-sociale con riferimenti culturali nazionali e meta nazionali, dopo e nonostante la scomparsa di ogni vestigio della “sovranità ideale” del Santo Impero e l’eclissi della “sovranità spirituale” della Chiesa cattolica”. Al secondo statista menzionato, Antonio de Oliveira Salazar, le francesi Editions de Chiréhanno dedicato un piccolo volume che raccoglie i saggi scritti da tre maestri del pensiero ascrivibile in qualche maniera alla scuola cattolica contro-rivoluzionaria. Tre brevi saggi pubblicati a Lisbona nel 1956 a cura del Segretariato Nazionale dell’Informazione e volti a mostrare l’accoglienza del Nuovo Stato portoghese tra gli intellettuali europei. Le testimonianze qui riunite sono del filosofo belga Marcel de Corte (L’oeuvre et la personalité de Salazar), dello storico francese Pierre Gaxotte (Réflexions en marge de la révolution nationale portugaise) e del pensatore francese Gustave Thibon (Salazar le sage). Gli scritti si fermano ovviamente al 1956, Salazar morirà nel 1970, ma risultano comunque molto interessanti in quanto esprimono il giudizio di tre studiosi cattolici di notevole valore. Le poche pagine di Gaxotte, accademico francese e autore del fondamentale saggio La Rivoluzione francese, sono dedicate all’impegno dello statista a risollevare l’economia portoghese distrutta da decenni di malgoverno e di disordini sociali (compresi gli assassini del Re e suo erede e del Capo del Governo Sidonio Pais per mano della società segreta massonica dei Carbonarios) e coglie come sua caratteristica l’attenzione al bene comune e alla continuità di governo. Il filosofo de Corte sottolinea in Salazar la nobiltà di spirito, il senso dello Stato e la purezza d’animo come le qualità del politico cristiano. De Corte apprezza nella politica di Salazar la scelta di non optare né per una politica solamente conservatrice né per avventure di stile fascista (particolarmente diffuse negli anni della sua entrata in politica) in quanto entrambe non avrebbero giovato alla nazione. Il pensatore Gustave Thibon si concentra sull’uomo Salazar. Ne apprezza l’uomo taciturno, lontano dalle luci della ribalta e dalle manifestazioni di massa. Un politico nato in un’umile famiglia, di ascendenza contadina, che per tutta la sua lunga vita di Capo del Governo continuò a vivere in una casa modesta accontentandosi solo del suo stipendio di docente universitario. Il potere mantenuto dal 1926 al 1968 non gli farà mai perdere la testa, come avviene sovente nei grandi Capi di Stato. Thibon ne loda il sano realismo e soprattutto la saggezza evidenziandola nella frase dello statista “ In questo mondo in cui tutto si modifica, ciò che cambia meno è l’uomo stesso. Il primo principio di una sana politica è non volere a tutti i costi adattare l’uomo ai cambiamenti che sconvolgono il mondo ma cercare di adattare questi cambiamenti alla natura eterna dell’uomo”. Un economista impegnato in una politica rispettosa della dottrina sociale della Chiesa e creatore dello Stato Nuovo portoghese, uno Stato autoritario per premunirsi contro le passioni disordinate ma mai totalitario. Va aggiunto che accanto a de Corte, Gaxotte e Thibon anche altri pensatori della destra contro-rivoluzionaria si occuparono di Salazar negli anni Trenta: il Visconte Léon de Poncins che dedicò un libro, Le Portugal renait (1936) centrato soprattutto sull’opera di ricostruzione della nazione portoghese attraverso la nuova Costituzione corporativa del 1936 e sulla lotta alle società segrete. E si occupò di Salazar in un’ottica cattolica anche il sopraccitato scrittore elvetico Gonzague de Reynold che nel suo libro Portugal (1936) raccontò il suo viaggio nel paese lusitano e gli incontri con lo statista. Les editions de Chiré in questa riscoperta della figura di Salazar nello stesso 2020 hanno pubblicato anche un suo scritto “Comment on relève un Etat “(Come si ricostruisce uno Stato) che è il bilancio della sua politica dopo dieci anni di potere. Per chi legge la lingua francese una utile e scorrevole introduzione alle caratteristiche peculiari dello statista portoghese e del suo operato che volle essere un’applicazione della dottrina sociale della Chiesa. <p align="right">Franco Maestrelli <a href= https://alleanzacattolica.org/salazar-et-son-oeuvre/ target=_blank>alleanzacattolica.org/salazar-et-son-oeuvre</a>
La figure et l'oeuvre de Salazar !
5/5 Altaïr , poésie et tradition .
.----. En complément de "Comment on relève un état", les mêmes éditions de Chiré publient une brochure reproduisant trois textes extraits d'un ouvrage paru en 1956 à Lisbonne sous la responsabilité du SNI (Secrétariat National à l'information). Le SNI a choisi quelques témoignages européens sur la figure et l'oeuvre de Salazar . (ndlr : uniquement les textes en français) Les grandes personnalités ont besoin de recul dans l'espace et dans le temps pour être appréciées à leur juste valeur . Ces témoignages venaient d'esprits indépendants et reflétaient des opinions dépourvues de passion . Rappelons que Marcel De Corte était belge, né à Genappe et mort à Tilf, et qu'il fut professeur à l'université de Liège . ( Précisons qu'Altaïr avait écrit de Corte et non De Corte , mais nous tenons de l'auteur lui-même que son nom était De Corte comme on écrit De Gaulle ou De Jaeghere [ " Altaïr " poésie et tradition - numéro 185 - septembre 2020 .Périodique trimestriel , éditeur responsable Jean Pierre Hamblenne BP 19 - B-1420 - Braine l'Alleud - Belgique .].
Trois témoignages
5/5 Présent
.----. C'est une courte brochure extraite d’un livre publié à Lisbonne en 1956 par le Secrétariat national à l’Information (SNI). Les éditions de Chiré ont conservé trois des témoignages ( en français ) de ses contemporains sur l’oeuvre de Salazar, soit ceux de Marcel de Corte, Pierre Gaxotte et Gustave Thibon, trois plumes qui écrivent dans une langue qu’on croirait aujourd’hui révolue, qui par sa richesse et son pouvoir d’évocation faisait à l’époque l’envie des autres et était la véritable ambassadrice de France. Outre la beauté de la prose, on lit ces témoignages pour avoir une idée juste et sans anachronisme du personnage, nous évitant ainsi le piège du présentisme. Le plus prolixe des trois, Marcel De Corte nous rappelle une évidence qu’on a tendance à oublier, justement parce que Salazar était un homme d’Etat discret qui cherchait à être « utile » plutôt qu’agréable : « Détenir le pouvoir pendant un quart de siècle [NDLR : 35 ans au total], sans violence, sans astuce, sans délire, est un phénomène unique dans l’histoire de ces derniers siècles et, singulièrement dans l’histoire contemporaine. » Un phénomène si rare que pour le mesurer à hauteur d’homme, De Corte remonte jusqu’à Richelieu, saint Louis et Platon, alors que Thibon se rend à Marc Aurèle. Malgré les différences entre les trois écrivains catholiques, il ressort tout de même de ces portraits croisés une image forte de Salazar comme homme de pouvoir sage animé d’un génie politique rarement égalé, préférant le silence et la réflexion à l’agitation momentanée, la salle d’étude aux projecteurs. Macron et Trudeau, les histrions, trouveraient matière à réflexion dans ces pages. De ces trois oeuvres ressort le portrait d’un homme discret, tenant à servir sa patrie, plutôt qu’à se servir. Même ses opposants le concèdent, il fut un homme de réflexion, refusant toute démagogie ou séduction des masses. Il fut certes un dictateur, mais un dictateur atypique, se basant sur le catholicisme social pour tenter de créer un Etat nouveau, un Etat juste et équitable. [ Présent n° 9678 du samedi 15 août 2020. ]
Il y a 50 ans, décès de Salazar .
5/5 http://synthesenationale.hautetfort.com/
.----. Il a 50 ans, disparaissait Antonio de Olivera Salazar. Les Editions de Chiré viennent de publier deux ouvrages sur celui qui fit du Portugal une nation moderne par Francis Bergeron Salazar, de la politique à l’histoire Antonio de Oliveira Salazar (1889-1970) a dirigé le Portugal pendant plus de 35 ans, très exactement de 1932 à 1968. Il a redressé son pays, manœuvré intelligemment pendant la seconde guerre mondiale pour le mettre à l’écart du conflit, et les Portugais lui en ont été gré. Il a géré une guerre coloniale particulièrement difficile car, dernier empire européen, le Portugal fut en butte à une coalition internationale hostile, regroupant les pays communistes, bien entendu, mais aussi une grande partie des pays occidentaux qui, ayant décolonisé, dans des conditions parfois pitoyables ou dramatiques, entendaient que ce pays en fasse autant. Parce que Salazar avait clairement affiché sa foi catholique et parce que les principes de son « ordre nouveau » rejoignaient ceux du catholicisme social, il reste une très grande figure politique du XXe siècle. Périodiquement les éditions de Chiré rééditent (ou diffusent) certains de ses ouvrages ou les études qui lui ont été consacrées par Jacques Ploncard d’Assac, ce dernier ayant été un collaborateur régulier de Chiré. Salazar et son œuvre se présente comme une plaquette de 48 pages reprenant des textes de Marcel de Corte, Pierre Gaxotte et Gustave Thibon. Quant au texte de Salazar, Comment on relève un Etat, il s’agit là de la réédition d’un ouvrage publié en 1936. Tout ceci a bien évidemment un intérêt historique, et notre devoir de mémoire nécessite que l’on sache rappeler, arguments à l’appui, le destin hors normes de cet homme d’Etat, et les principes, invariants qui guidaient son action. Ces deux courts ouvrages ont donc leur utilité, comme a son utilité l’étude de Jean-Claude Rolinat, Salazar le regretté (Bouquins de Synthèse nationale). Mais s’il s’agit de faire découvrir un « chef d’œuvre de politique réaliste qui saura nous être utile si nous devions un jour reconstruire un ordre nouveau », comme l’écrit le texte de présentation, alors il faut bien reconnaitre que le monde a tellement changé depuis Salazar que les recettes ne sont plus forcément adaptées. On ne relève pas un Etat comme Salazar a pu le faire il y aura bientôt un siècle. Le rideau de fer de la pensée unique Intéressons-nous donc aussi et d’abord aux figures d’un passé plus récent. Margareth Thatcher ou Ronald Reagan, insuffisamment étudiées dans notre famille de pensée, mériteraient d’être mieux connus. Les années 1980 furent les années Thatcher-Reagan : elles aboutirent à la chute du mur de Berlin, contre « le sens de l’Histoire ». Intéressons-nous à la Pologne, à la Hongrie, et peut-être, sous certains angles, à la Russie, au Brésil ou à l’Inde. Il y a sans doute des figures plus utilisables comme modèles, et des recettes plus transposables, car il faut à présent faire tomber le mur de l’argent mondialisé, et bloquer le rideau de fer de la pensée unique qui s’abat sur le monde occidental. [ Mardi 28 juillet 2020 , signé Francis Bergeron sur le blog Synthèse nationale ]